Open Source o a Pagamento? Ubuntu e i suoi Fratelli


Quando accesi il mio primo pc anni fa Microsoft Windows era ancora ai primi passi e non lo conoscevo per niente, non avevo neanche un mouse.  Come sistema operativo pertanto usavo il caro M.S. D.O.S. con annesso manuale : interfaccia testuale, davi comandi e lui eseguiva; qualche programma di terze parti azzardava una interfaccia grafica ma una parte del tuo cervello veniva adibita, per sempre, alla memorizzazione del significato di tutti e 12 i tasti funzione, quelli che sulla tastiera appaiono contraddistinti dalle etichette F1, F2… F12……

Che bei tempi!! Sono esperienze che non scordi più.

Successivamente, dotatami anche di mouse, scoprii Windows 3.1 e Windows For Workgroups 3.11. Letteralmente, fu come aprire una finestra sul mondo. Mitico spostare quel puntatore senza dover usare le frecce “Su”, “Giù”, “Destra” e “Sinistra”, anche se l’aver fatto pratica col D.O.S. mi aveva lasciato un rimasuglio: ogni tanto avviavo il “prompt Ms-Dos” e scrivevo pazzamente i comandi.

Da là sono poi passata alle versioni successive e oggi utilizzo Windows Xp. Non sono ancora passata a Windows Vista perché la mia tattica con Microsoft è essere sempre indietro di 1 sistema operativo: così sono più sicura che siano risolti la maggior parte dei bachi 🙂

Ma in questo mondo che va sempre di fretta, risparmiare tempo è essenziale. Microsoft ha colto bene questo aspetto del mercato e ha sempre puntato sulla operatività, sul software che “realizza quello che tu vuoi fare“. Che si parli bene o che si parli male, Bill Gates è stato innanzitutto un ottimo uomo d’affari, ha saputo conquistare un mondo in modo pacifico e addestrarlo a usare le finestre, nonostante l’ìdea non sia stata proprio “genuina”.

E la filosofia è semplice: “Ora hai la finestra e se vuoi anche la tapparella devi comprarti altro software, e lo comprerai da me perché il codice sorgente che sta dietro a quel bel sistema operativo è segreto e solo io so come funziona. Non funziona qualcosa? Ok analizzo il problema e ti faccio una patch, magari un nuovo sistema operativo che ti vendo a prezzo speciale”.

Mi ricordo che un mio ex capo, quando aveva una commessa da un cliente per un nuovo software (e parlo di aziende grandi e importanti) ci suggeriva di NON fare un software perfetto e completo di tutte le funzionalità (anche di quelle fondamentali ma non concordate con lo “sprovveduto” cliente) altrimenti il lavoro sarebbe terminato troppo presto, inoltre quel cliente ci avrebbe pagato anche la manutenzione correttiva ed evolutiva, ergo più interventi (NOI) più soldi guadagnati (LUI)…..

Un insieme di azioni di marketing mirate e efficaci proseguite PER ANNI ha contribuito a diffondere il “verbo Microsoft” ovunque e perciò oggi la maggior parte dei computer ha un sistema operativo Microsoft con tutti i pacchetti annessi e connessi, nonostante i difetti. Quindi tanto di cappello a Bill.

 Ma lo strapotere genera sempre conseguenze negative.

Il mondo Microsoft è diventato ben presto il “simbolo del capitalismo” , di software a pagamento e siccome l’Universo ama la simmetria si è contrapposto un altro mondo, quello dell’Open Source, software aperto e modificabile da chiunque grazie alla licenza GNU.

Linux fa parte di questo mondo

L’ultima volta che vidi Linux era diversi anni fa, una versione Red Hat 2.0. L’idea era buona, un sistema operativo gratuito. Lo reputai però ancora troppo da “esperti smanettoni” e non che io non lo sia all’occasione, ma quando utilizzo programmi altrui ESIGO che NON richieda conoscenze particolari, quindi interfaccia SEMPLICE, usabilità MASSIMA, stabilità ALTA, installazione VELOCE, sicurezza ESTREMA. Ho anche un altro “difettuccio” comune agli utenti: voglio che sia capibile SENZA dover scartabellare manuali e manualoni, nemmeno quelli online.

Insomma VOGLIO il Paradiso sul mio computer. E capite bene, per lavoro e studio mi sono trovata e mi trovo a dover passare tra vari sistemi operativi e computer di ogni tipo, dai Mainframe  di Vax dotati di MVS  e corredati col “vecchio” Cobol (che è come una mia vecchia zia, dicono che sta per morire ma sta sempre là in piena salute) , ai Sistemi Operativi Unix della Sun e non ultimo l’Univac che stava in Università, che non è un sistema operativo ma mi ricordo con affetto 🙂

Come ho detto, i primi passi di Linux erano incoraggianti ma non lo rendevano, almeno ai miei occhi, un sistema eccezionale, adatto a tutti. Il pregio dell’Open Source è stato che con i milioni di programmatori che vi partecipano volontariamente, con la possibilità di lavorare e scambiarsi idee grazie alla velocità di Internet, la evoluzione è stata ampia e OGGI l’alternativa proposta la ritengo abbastanza buona.

L’alternativa a Windows si chiama Ubuntu, ed è per l’appunto un sistema operativo Open Source basato sul kernel Linux.

Ho saggiato con molto piacere la versione 8.04 Desktop LTS  e ne ho tratto una ottima impressione.

I vantaggi di Ubuntu sono:

 – Libero e gratuito: nessun costo di licenza.

 – Facilmente procurabile: il download è facile e veloce, ma per chi non ha la possibilità può richiedere un CD gratuito che viene spedito direttamente a casa in alcune settimane. Io ho preferito il download e tra scaricare e masterizzare il mio CD personale avrò impiegato una oretta.

 – Aggiornamento continuo: ogni 6 mesi viene rilasciata una nuova versione

 – Installazione facile: il CD e la interfaccia grafica la rendono semplice e veloce. Inoltre è anche possibile provare il sistema SENZA installarlo per forza. Io avendo un hard disk abbastanza pieno, per ora ho preferito optare per questa soluzione.

 – La versione Desktop presenta anche tutta una serie di applicazioni utili e già installate, da OpenOffice – una suite open source che ben sostituisce Microsoft Office  – (io la uso sotto Windows),  al software Brasero per la masterizzazione di CD/DVD.

 – Interfaccia grafica che non rappresenta un grosso trauma per chi è abituato a Microsoft.

Questi sono solo alcuni vantaggi. Alcune operazioni (non molte) necessitano purtroppo ancora di passare alla interfaccia testuale e consultare il manuale, cosa che purtroppo scoccia parecchio i normali utenti. Sembrerà strano ma sempre più anziani usano le tecnologie, e poi ci sono gli utenti come me che vogliono lo stesso il Paradiso perché amano impiegare in altro modo il tempo risparmiato in smanettamenti vari…. 🙂

La sicurezza in Ubuntu riceve un occhio di riguardo con aggiornamenti tra i 18 mesi e i 3-5 anni per le versioni con supporto a lungo termine.

Resta comunque il fatto che, a mio avviso, laddove il codice sorgente è liberamente  scaricabile e consultabile è più facile per un hacker, o gruppo di hacker, entrare nella mentalità del sistema e aggirare le misure di sicurezza, a meno che esse non vengano corredate da altri software non open source. “La conoscenza è potere” (Francesco Bacone) e non esiste una misura di sicurezza che non possa essere sfondata.

Clò che rende un sistema più sicuro di altri è che sia più difficile essere violato.

Attualmente uno dei motivi riportati per cui l’Open Source è più sicuro rispetto ai prodotti Microsoft è che, data la maggiore diffusione dei Sistemi Operativi della casa di Redmond, i virus sono tendenzialmente creati per sfondare quelle barriere, lasciando in secondo piano gli Open Source.

Su questo sono anche d’accordo e mi chiedo perciò cosa succederà quando la diffusione dell’Open Source avrà superato i sistemi a pagamento e gli hacker distoglieranno la loro attenzione da Bill. Già oggi la maggior parte dei server che ospitano siti Internet usano un sistema operativo non Microsoft….

Il nostro DNA contiene tutte le informazioni sulle nostre difese e i punti deboli, quanto vi sentireste sicuri sapendo che chiunque può leggerlo e farci quello che vuole? Ecco perché ho sempre avuto delle remore a utilizzare l’OpenSource e mi domando tutt’oggi se un Sistema Operativo Open Source sia sicuro perché ha gli elementi per essere “sicuro” o perché finora nessun signor hacker si è messo d’impegno a violarlo….

Un altro particolare che non mi piace molto è la troppa scelta: vedo troppe distribuzioni, troppe derivate. Solo da Ubuntu sono derivati Kubuntu, Xubuntu, Edubuntu ma ce ne sono molte altre, tra ufficiali e non, tra queste molte che sembrano solo virtuosismi non necessari. Mancano solo Yoguntu e Bubuntu 🙂

E’ risaputo che avere un buon ventaglio aiuta il consumatore a scegliere, ma avere TROPPE opzioni lo confonde, lo blocca, finisce per scegliere quello che sceglie la maggior parte  sacrificando il resto. Questo è un altro dei motivi per cui ritengo che i prodotti Microsoft, per quanto non sicuri, per quanto pieni di bug, per quanto costosi, abbiano ricoperto il pianeta.

L’altro motivo principale è che manca ancora quella marcia in più, cioè proprio l’adozione di sistemi Open Source da parte degli Enti Pubblici, Governativi, Amministrativi e delle grosse aziende, che diano l’esempio e consentano anche all’Open Source di vedere innescare quel processo che porta una veloce diffusione in autosostentamento. Comincia a muoversi qualcosa anche in questo senso ma siamo ancora agli inizi.

Alle aziende di sviluppo software vengono richiesti spesso sistemi su piattaforma Microsoft,  io stessa nella carriera mi sono ritrovata a passare dalla area Mainframe al centro di competenza Microsoft (area di esperti istituita all’interno della azienda), e chiunque si ritrovi un pc sul suo tavolo in ufficio con molta probabilità lo avrà ricevuto con in dotazione un sistema Microsoft. Se guardate le offerte di lavoro per sviluppatori di software, la maggior parte di esse ancora richiedono conoscenze di prodotti Microsoft.

In base alla mia esperienza, per diffondere un prodotto non basta che sia “buono” o “sicuro”, è necessario un efficace piano di marketing (leggi “comunicazione di massa“) verso i potenziali milioni di utenti, che, ricordo, NON devono avere una laurea in informatica o un quoziente intellettivo elevato per utilizzare un benedetto sistema.

Qual è la situazione finale?

Personalmente non approvo l’accostamento Microsoft (cioè Software a pagamento)= Capitalismo, Open Source=Comunismo, non mi piace che la politica o la filosofia si insinuino anche in questi giocattoloni e non sceglierò MAI un prodotto in base a QUESTI parametri.

Il parametro di scelta del tipico utente è la CONVENIENZA e non intendo solo quella  economica. Allora cosa conviene oggi decidere? Microsoft (sistema a pagamento) o Open Source?

Consideriamo i due aspetti: Microsoft è ovunque, le finestrelle di Windows fanno parte integrante del nostro mondo, praticamente appartengono alla cultura informatica e sarebbe difficile ritornare ad applicazioni senza desktop e finestrelle, tantevvero che Ubuntu ha preso esempio.

L’Open Source, volente o nolente, erediterà un mondo costruito DA Microsoft. Quindi i prodotti Microsoft VANNO conosciuti. Anche se a casa vostra siete fanatici dell’Open Source e avete messo Microsoft al bando, vi capiterà prima o poi, in ufficio, a scuola, in un Internet Point, a casa di un amico, un prodotto Microsoft tra le mani. E allora cosa farete? Direte No grazie io schifo Bill, ho anche il tappetino del mouse con su scritto ‘Kill Bill’, non mi permetterei MAI di toccare un computer “infettato” da Bill, ma perché non ti converti al pinguino, open source, bla bla bla…?” Esagerato!

D’altra parte Linux e la via dell’Open Source stanno crescendo, la strada è buona: tra il tempo che passa, il Bill in pensione, il passaparola, il Web 2.0. entro una decina di anni il sorpasso dell’Open Source potrà avvenire (soprattutto con le famose azioni di marketing) e se non avrete mai visto Linux che direte? “No grazie, io ho SEMPRE usato Microsoft, sono ancora in lutto per Bill, cos’è ‘sta roba?” Anche Linux VA CONOSCIUTO.

Per cui credo nel proverbio “In Medio Stat Virtus“.

IL MIO CONSIGLIO : confidando che nel momento in cui avverrà il sorpasso i sistemi Open Source non divengano anch’essi “a pagamento”, e visto che Linux Ubuntu e Microsoft possono convivere sullo stesso pc , CONVIENE averli entrambi, conoscerli, valutarli e decidere con calma QUANDO VI PARE; se non siete dei liberi professionisti e non avete bisogno di specifici programmi, una capatina nell’Open Source male non fa e vi porta sicuramente a risparmiare soldini.

Per chi voglia approfondire la conoscenza del Progetto Open Source consiglio questo simpatico video , visibile online o anche scaricabile sul pc, che vi aggiornerà sulla situazione.

BUONA VISIONE!

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2 risposte a Open Source o a Pagamento? Ubuntu e i suoi Fratelli

  1. emanuele ha detto:

    Questo è l’esempio perfetto di un articolo super partes , che dà una chiara idea delle principali differenze all’utente “normale” che usa un pc ( un pò come tutti). Ritengo che a pochi interessi come compilare un kernel o peggio per esempio , la maggior parte vuole un sistema usabile , stabile e sicuro. Tutte cose che adesso Linux permette , con quasi tutte le ( troppe , sono d’accordo) distribuzioni. Personalmente uso con piacere e senza troppi “sbattimenti” (edu)buntu iacta est , ottimo progetto Italiano, però nei miei pc , ho lasciato in dual boot Vista , semplicemente per i motivi da te citati. Ormai Linux è davvero “Linux for human being” quindi perchè non provarlo? Ottimo articolo anche stavolta e grandioso il riferimento a Biasco , che seguo e sostengo da tempo.

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  2. Vale ha detto:

    Grazie Emanuele per il tuo commento graditissimo. E’ molto interessante anche la possibilità di usare la distribuzione Linux Xubuntu su pc vecchiotti. Penso proprio che presenterò il pinguino anche al mio portatile da 128 megabyte di ram… 😉

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