Auguri, Mamma

Due giorni fa, il 2 marzo, mia mamma ha compiuto 85 anni.
Io e mio fratello – gli unici che badiamo fisicamente a lei, invalida e praticamente sempre a letto – le abbiamo fatto il regalo, il bigliettino di auguri, gli auguri, assieme al buonumore che le infondiamo ogni giorno, e di cui ha tanto bisogno.
Ha ricevuto gli auguri telefonici da una nostra cugina e da una delle altre sue figlie (siamo 4 figlie).
Le altre non si sono fatte nemmeno sentire, come se la mamma che le ha messe al mondo, che le ha cresciute, cucendole di persona tantissimi vestiti – compresi quelli di Carnevale e perfino i bellissimi abiti da sposa per le quali ha fatto notte fonda – non esistesse.
Una di loro è solita telefonarle solo alle feste istituzionali: Natale, Capodanno e Pasqua, più altre date dell’anno per avvisarci che passerà a visitarla.
Totale visite annue: in genere sono al più due.
Un’altra le telefona in genere nel weekend, il giorno prima che ritorni al lavoro. Il 2 Marzo era Venerdì, a volte lei telefona di Venerdì, invece stavolta non s’è sentita. Il giorno dopo, Sabato, neanche. Probabilmente telefonerà di Domenica, o non telefonerà affatto. Lei, a quanto pare, lo fa solo se combacia con le sue esigenze.

Totale figli: 5
Totale auguri ricevuti per telefono: 1 figlia
Totale auguri ricevuti di persona: 2 figli (io e mio fratello)

Non è da tutte le mamme raggiungere 85 anni. Anni fa, sei mesi dopo la morte improvvisa di mio padre, la stavamo già perdendo per un malore, anche nel suo caso, improvviso. Se è viva, è perché io e mio fratello eravamo lì e abbiamo agito, invece di parlare.

Forse quelle telefonate mancanti sono mancate perché qualcuno trova scontato compiere 85 anni, nonostante tutti i problemi di salute che ha mia mamma (e di cui sono ben a conoscenza).

Io non lo trovo scontato: auguri, Mamma, e cento di questi giorni.