Come dare le dimissioni con soddisfazione


Ciao a tutti.

Anni fa lavoravo in una azienda informatica di una nota multi come dipendente. Sviluppavamo software. Molto brava non c’è che dire, clienti grossi (famosissime compagnie telefoniche, banche, compagnie del gas, call center, etc), talento riconosciuto da tutti, capi, colleghi, clienti eppure ciao ciao.

Perché? Ovvio, per crescere e quando dico crescere non intendo solo di professionalità ed esperienza ma anche di portafoglio, soddisfazione, perché le parole sono belle, ma bisogna dare a Cesare quel che è di Cesare.

Il mio capo non credeva lo avrei mai fatto, era convinto che lavorassi per la gloria e basta. Sì, bravo! Così un bel giorno, portai le dimissioni: e dire che erano anni che avvisavo che me ne sarei andata prima o poi, ma molti “sederi” saltarono dalle sedie alla notizia, non ultimo il mio capo….

Ero considerata una punta di diamante, su qualsiasi progetto andavo a lavorare le cose miglioravano, se un software non funzionava io scoprivo cosa aveva di strano, se c’era da sviluppare qualche strana funzionalità o capire il funzionamento di un sistema nuovo il mio nome era il primo ad uscire; consideravo l’azienda come una seconda famiglia ed ero una delle poche che non si limitava a fare amicizia solo con le persone della sua area di lavoro.

Nessuno avrebbe mai creduto che me ne sarei andata, quando avanzavo l’idea qualcuno commentava che secondo lui se me ne fossi andata io sarebbe crollata l’azienda … (vabbe’ manco fossi stata la Banca d’Inghilterra…..). Tutto questo cessò di colpo.

Mi godetti tutte le dimissioni nel “dolce far niente“, attività che prima avevo visto fare solo ai miei colleghi, che, mentre io lavoravo per loro, piratavano i dvd dei film più visti.

Non rivelai lo “scoop” tranne che a pochi eletti e mi divertii a vedere le reazioni di chi riceveva qualche soffiata e ci ricamava sopra. Nessuno ebbe il coraggio di venirmi a chiedere conferma del pettegolezzo udito alla macchinetta del caffè e in giro fioccavano le quotazioni su chi avrebbe preso il mio posto di “donna dell’informatica” : la più probabile per mancanza di alternative era una tizia che aveva raccontato, divertita,  di aver sbagliato una modifica su un database disabilitando per alcune ore milioni di carte telefoniche di una nota compagnia. Sua fortuna fu che la modifica era reversibile….

L’ultimo giorno di lavoro stetti fino a tardi dopodiché inviai i saluti via email a tutte le persone che conoscevo.

Dopo anni che l’ho scritta ancora mi ci sganascio dalle risate a leggerla quindi perché non condividerla? Eccovela!

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<<E così anche Valeria vi abbandona.
Secondo l’informatissima ANSA pare che circa 120 persone saranno contentissime* per la bella notizia.
La più contenta di tutte però sono io.
Ho contato uno per uno i giorni che mi separavano dalla libertà e adesso il countdown è terminato.
Ebbene sì!!!

Da Lunedì non ci sarà più il gruppo di 8 programmatori*, la salvatrice dei progetti*, la tuttofare perfetta*, la camaleontica spugna che assorbiva una piattaforma dietro l’altra con encomiabile disinvoltura e sprezzo del pericolo, cimentandosi in mille e una mansione* e continuando ad allungare a dismisura il suo già chilometrico curriculum.
Che delitto desiderare anche qualche giusto riconoscimento*, che dire, qualcosa di più di 1 euro di aumento ogni anno bisestile dilazionato in 157 rate a interessi 0, no?
E’ vero: sono una ingrata.

Ho permesso che anche l’ultimo pallido anelito di motivazione a restare qui svanisse e sono andata al mercato.
Sapete tutti come vanno le cose, il rapporto tra dipendente e azienda è come quello tra moglie e marito: se il marito la trascura la moglie gli fa la sorpresa…..
Io sono tendenzialmente fedele ma alla fine mi sono stancata anche io di rifiutare altre opportunità per delle illusioni.
Purtroppo io ci credevo nell’azienda, ora non più, la mia fiducia è stata tradita troppe volte e non voglio più seminare su questo terreno né perdere un altro treno.
Non mi sento in colpa e non mi sento in debito, io posso vantarmi di non aver mai fatto carriera sui cadaveri o sui favori dei miei amici*, ma lavorare per la gloria non fa proprio per me…*.
La mia passione è fare soldi e far fare soldi all’azienda per cui lavoro, che non sarà più XXX, giacché di tutte le mie competenze qui non rimarrà più traccia.

Non so cosa provate voi ma so cosa provo io al pensiero che da Lunedì non sarò più XXX: l’unico rimpianto è non averlo fatto prima.
Ringrazio sentitamente la fortuna che mi ha voluto far seguire il corso XXX e su questo punto sottolineo che le dimissioni le ho portate con soddisfazione ben 45 giorni fa, quando non si parlava nemmeno di fare questo corso, e non credevo minimamente che, dopo due anni di “no course manco su richiesta” e formazione XXX at home a spese mie, mi avrebbero regalato un corso gratis che mi sarà sicuramente utile per il post XXX.
Ringrazio sentitamente anche tutte quelle anime buone che mi hanno tenuta sottovento in quest’ultimo anno per compensare la rottura della ventolina personale che sta tra il cervelletto e il mesencefalo.
Ringrazio chi ha saputo la notizia in modo indiscreto e ha fatto finta di non saperlo, e che poi faceva cmq delle stupide battutine, perché anche io mi sono divertita un mondo a stuzzicarli*…….  Forse proprio a loro la mia assenza peserà di più della mia presenza :))))
Infine ringrazio tutte quelle persone che nonostante il filo spinato hanno saputo vedermi con gli occhi della simpatia, e che hanno avuto la decenza di non spacciarsi mai per miei PR*. A loro un bacione forte forte.

Dovrei concludere dicendo che questa esperienza mi ha insegnato tante belle cose, che mi ha fatto crescere etc etc, ma quello che ho imparato qui sono soltanto cose brutte, che lascerò qui, e se tornassi indietro farei sicuramente scelte diverse.

E così ecco svelata anche l’ultima leggenda metropolitana: ma perché Valeria se ne va?
Ciao!!!

Vale

P.S. Sapete io ho una formazione da fisico, credo ancora nel rapporto causa-effetto e nella terza legge della dinamica.
Ma del resto tutto è relativo e forse l’universo è davvero un buco nero…..

*approfondimenti sulle tematiche disponibili all’indirizzo
http://www.imisteridellinformatica.it/stelletelle.pdf
oppure all’indirizzo
http://www.confessioniallamacchinettadelcaffe.com/dichesiparlaoggi.pdf
>>

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Fine della email.

P:S. I link sopra non esistono, sono nomi inventati apposta per aggiungere divertimento (in ufficio si passava ore alla macchinetta del caffè a spettegolare). Inoltre per chi voglia approfondire consiglio la lettura anche del seguito: Come Dare Le Dimissioni con Soddisfazione: Il Colpo di Coda

P.P.S. Se non v’è chiara la email, il corso me lo avevano fatto seguire proprio durante il periodo di preavviso.

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14 risposte a Come dare le dimissioni con soddisfazione

  1. Francesco C. ha detto:

    Grande performance, veramente niente male.
    Bella prova di stile, determinazione e chiarezza.

    Invece quando detti le dimissioni e uscì da una grande multinazionale italiana che opera nel settore automotive 🙂 dopo vari avvisi di malessere e disagio professionale, una mattina di luglio mi alzai dalla sedia e, con fare tranquillo, mi infilai la giacca.

    Fui apostrofato subito dal capo con tono benevolo ma da caserma: “L’ingegnere stamattina ha freddo!”.

    “Mi sa” risposi “che a qualcuno fra poco farà caldo!” avviandomi verso l’ufficio del Direttore del Personale.

    E nel luglio 1992 fini la mia esperienza a Torino dove, peraltro, ho lasciato il cuore.

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  2. michele ha detto:

    ciao vorrei raccontare la mia esperienza purtroppo ancora in corso. sono un programmatore e nell’azienda per cui sgobbo, dovrei programmare in php, js html. bene, ultimamente, a causa della presenza di un collega parassita che prende un sacco di soldi senza meritarli veramente, non riesco + a fare il vero lavoro. il capo lo appoggia mentre io sto male psicologicamente e fisicamente. c’è un bimbo in arrivo e a mia moglie non dico nulla della mia situazione. vorrei andarmene (sono il responsabile dei sistemi informativi); quel tizio mi tempesta di email (ne ho ricevute 73 in due mesi circa!!); mi tedia e oggi abbiamo avuto un’accesa discussione verbale (e non è la prima); Cosa mi consigli di fare? sono veramente stanco di farmi calpestare; ti prego….dammi una mano!! Michele

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  3. Vale ha detto:

    Ciao Michele,
    anche da me c’erano tipi simili, in particolare mi ricordo un 20enne appena diplomato all’itis, molto bravo in Java, ma che pensava di essere una cima. Passava tutta la giornata a fare battutine del cavolo con esplicite allusioni a me e alle mie capacità, sperando che accendessi la miccia per qualche litigata. Gli ho sempre riso in faccia, e fortunatamente non è stato lui la causa del mio abbandono: per la serie la mamma dei cretini è sempre incinta, perché dovrei pagare io le pere cotte?

    Premetto che non sono un avvocato e non mi permetterei mai di dare consigli su materie che non conosco, né so se c’è un rappresentante sindacale nella tua azienda. Quindi ti posso dire cosa farei io se capitasse a me (anche dove lavoro ora ogni tanto qualche str… salta fuori)
    Normalmente parlo col collega e vedo se si può risolvere la cosa pacificamente, cerco di capire PERCHE’ si comporta così e COSA scrive in quelle email, insomma COSA VUOLE e che SCOPO ha il suo comportamento. Gli farei anche capire L’EFFETTO che fa A ME il SUO comportamento. Magari manco si accorge dell’effetto che ha su di te, chi lo sa oppure è uno che si può sgonfiare facimente se scopri il suo gioco.
    Se alla fine dovessi rilevare una intenzionalità negativa da parte del collega mi assicurerei che il capo ne sia al corrente.
    Se non agisse allora a quel punto mi farei consigliare dall’avvocato, dal medico per la situazione di salute, e dal comune (in alcuni dovrebbe esserci un ufficio preposto alle problematiche sul lavoro).
    Non voglio dire una parola molto usata ma, se fosse quello, meglio non far finta di nulla per rovinarti la salute. Le dimissioni le vedrei solo come atto estremo ma se trovi di meglio, perché tanto qui o altrove i coglioni stanno ovunque, quello che manca spesso è la conoscenza delle strategie per proteggersi

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  4. overseizero ha detto:

    Ciao Valeria!
    Io lavoro in proprio da anni, non ho colleghi al gomito e i miei capi sono i miei clienti…:o)
    E’ vero che non ho la mutua, le ferie imposte, lo stipendio a fine mese e che devo lottare tutti i giorni ma sono contenta della mia situazione soprattutto quando leggo o sento storie come la tua ;o)

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  5. Vale ha detto:

    Grazie overseizero! Purtroppo alcuni datori di lavoro tendono a considerare i dipendenti come proprietà private e le aziende come Feudi medioevali, con la conseguenza di malumore e alto turn over.
    Effettivamente il tuo lavoro ha i suoi vantaggi. Il brutto è dover aver a che fare con balzelli vari, commercialisti, pratiche e leggi astruse che in Italia certo non aiutano molto.
    Ma nel lavoro in proprio il padrone, secondo me, devi essere tu, non i tuoi clienti (di cui magari alcuni meglio perderli che incontrarli…), ok?
    Direi che ogni strada ha i suoi pro e i suoi contro, l’importante è scegliere in base alla propria vocazione e capacità, ciò che fa meglio alla propria salute e magari pure al portafoglio 😉
    In bocca al lupo per la tua attività!

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  6. Miri-torniinmente ha detto:

    Posso copiarti due righe???? ^__^
    A breve daro’ le dimissioni… ma non saro’ in ufficio a godermi le facce… perche’ sono già a casa da un pezzo in maternità… peccato!!!

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  7. Vale ha detto:

    @Miri-torniinmente
    Ciao, ti faccio un grosso in bocca al lupo: che anche le tue dimissioni siano una soddisfazione 🙂

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  8. Pingback: Come Dare Le Dimissioni con Soddisfazione: Il Colpo di Coda « Valeria Barbera: My Blog

  9. curriculum ha detto:

    Bella soddisfazione, brava

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  10. Max ha detto:

    Ciao Valeria, dare le dimissioni è veramente un momento speciale. Per me è già la seconda volta e non ho mai avuto un secondo fine del tipo…magari mi fanno un aumento e cambio idea. Per cui mi presentavo risolutissimo e senza possibilità di appello. Nell’attesa dei momenti clou mi facevo degli incredibili trip immaginando i colloqui, le frasi e le parole. Ho sempre immaginato di attuare piccole vendetta nel dimettermi ma poi, nei fatti, mi comportavo normalmente. Erano delle parentesi dimenticate della mia vita e l’unica cosa che veramente mi importava era del mio futuro. Li vedevo piccoli, miseri e già lontani. Non erano più importanti per me e ciò che contava davvero era solo io.

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    • Vale ha detto:

      Ciao Max, grazie per il commento, mi fa piacere che anche tu nno abbia rimpianti. Anche per me queste sono parentesi e pensa che non ho conservato i contatti con l’azienda in alcun modo, ma confesso che qualche vendetta me la sono presa, a modo mio, perché il lieto fine non lo voglio riservare solo ai film 🙂

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  11. musikele ha detto:

    Ciao Valeria, nonostante la tua mail sia davvero bella, e probabilmente ne ho scritta anche io una così in passato, non credo che tu abbia fatto bene. In genere questo è il tipo di cose da dire a voce e da non scrivere, visto che le cose scritte tendono a essere ricordate in eterno. Io sono per la filosofia “non bruciare i ponti dopo che ci sei passato”, perché non sai mai dove si va a finire in futuro e sopratutto con chi.
    Ovvio che tu magari ti sei potuta permettere di scrivere queste cose, nel lontano 2007, e spero che non hai avuto ritorsioni. Anzi, ora vado a leggere il “colpo di coda” per vedere com’è andata a finire.
    Ciao!

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    • Recenso ha detto:

      Ciao @musikele 🙂
      Nessuna ritorsione, anzi, la mia soddisfazione è stata tanta.
      Se sia meglio non bruciare i ponti. Per ovvi motivi non posso scendere nei dettagli, ma ritengo che la mentalità italiana abbia nuociuto parecchio a quella multinazionale e, col senno di poi, ho fatto proprio bene a dirgli il fatto loro, altrimenti mi sarebbe rimasto il rimpianto.
      Grazie per il tuo commento 🙂

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